FORTRESS CASSINO

(Heat of Battle)

 

Cronaca di una Campagna

Presentazione

Cassino è un nome che, per chi conosce un po’ di storia della seconda guerra mondiale, evoca non solo la distruzione del Monastero da parte degli alleati, ma anche e soprattutto la tenace resistenza opposta dai Parà tedeschi alle soverchianti forze alleate. Nonostante i furiosi bombardamenti e le molte truppe impiegate dagli Alleati, è doveroso ricordare infatti come la conquista di Cassino costò loro quattro mesi di tempo, perdite elevate, e l’immagine negativa che ebbe in tutto il mondo la distruzione di un tesoro dell’umanità come il Monastero di Monte Cassino.

Fin dalle prime battute si capisce perché per gli Alleati la conquista fu così difficile, per tutta una serie di motivi.

Prima di tutto le caratteristiche geografiche del luogo, e cioè un monte che si erge ripido a ridosso di una cittadina, e la necessità quindi per chi attacca di dover avanzare in una zona dominata dal nemico in posizione elevata.

Anche le condizioni atmosferiche giocarono un ruolo determinante, in quanto le piogge abbondanti, di rara intensità, avevano trasformato la vallata alluvionale in una zona acquitrinosa, con il fiume in piena e grosse difficoltà di movimento per il terreno appesantito dall’acqua. L’avanzata alleata era poi era resa ancora più difficile dai segni degli stessi, intensi, bombardamenti alleati: rovine ovunque, ottimo terreno per chi si difende, edifici pericolanti, crateri creati dalle bombe alleate di grosso calibro, che l’acqua aveva trasformato in laghetti dalle rive scivolose e ripide. Non furono pochi i soldati Neozelandesi che semplicemente vi scivolavano dentro, cosa tutt’altro che difficile durante i combattimenti notturni, e annegavano per il peso dell’equipaggiamento che li tirava a fondo.

Ma soprattutto la qualità delle truppe tedesche rese il lavoro difficile per gli Alleati. A dare rinforzo alle truppe che avevano sostenuto il primo impatto con gli anglo-americani che avanzavano erano infatti arrivati i Parà tedeschi, Prima Divisione Fallschirmjaeger, estremamente determinati e motivati,. Questi soldati seppero sfruttare, nonostante le difficoltà, tutto quello che il luogo metteva loro a disposizione, e la loro difesa fu così efficiente da riuscire a far fallire tutti gli attacchi alleati. I resoconti dei soldati alleati raccontano la loro frustrazione dovuta all’essere respinti da un fuoco micidiale, senza tuttavia riuscire a vedere nemmeno un soldato tedesco, tanto erano ben nascosti. E va ricordato che gli Alleati riuscirono a entrare a Cassino definitivamente la mattina del 17 maggio 1944, e solo perché durante la notte i Parà tedeschi, ormai a rischio di rimanere isolati essendo avanzato il nemico in altri punti del fronte, si ritirarono lasciando solo i feriti non trasportabili.

Dal punto di vista di un giocatore di ASL la posizione difensiva del Tedesco ricorda situazioni analoghe con i Giapponesi. Il giocatore dell’Asse ha infatti a disposizione tutto l’armamentario di una posizione difensiva lungamente preparata. Tunnel, caverne, edifici fortificati, cantine, carri sepolti, torrette corazzate, e come se non bastasse una Fortezza con tanto di torri fortificate. Ma anche le armi convenzionali non mancano, compresi dei Pantera, che hanno solo il difetto di dover essere “ordinati” cinque scenari prima. Comunque tutta la campagna dura 22 scenari, quindi il tempo di farli arrivare c’è. Ma se non si vuole aspettare non mancano le alternative, Stug III G e Panzer IV H, e se si vuole spendere poco anche Semoventi 75/18 e 75/34 “prestati” dal Regio Esercito Italiano. Ma di questo vi parlerà il mio avversario, il tedesco. E’ nostra intenzione infatti presentarvi un resoconto dettagliato di questa campagna, scenario per scenario, nella speranza che possa servire come recensione per chi ha intenzione di acquistare questo modulo, come guida per chi volesse giocarla, e come invito al gioco per tutti gli appassionati di ASL.

 

Il Piano Di Attacco Alleato

Ho scelto di fare l’Alleato perché Io e Sergio avevamo fatto prima uno scenario di Fortress Cassino a scopo introduttivo (FC10 Operation Dickens), dove ero il Tedesco, e allora per variare ho scelto l’Alleato, fidandomi del buon bilanciamento che hanno in genere le campagne della Heat of Battle. Uno studio attento della situazione mi ha invece gettato nel più nero sconforto. Prima di tutto, vediamo le condizioni di vittoria per il Neo Zelandese, e parliamo di questa nazionalità perché a Cassino i soldati alleati erano di svariate nazionalità, ma soprattutto erano Neo Zelandesi. Occorre avere 188 punti vittoria, che si ottengono conquistando locazioni in pietra e facendo uscire truppe dagli ultimi due livelli più alti della mappa, in altre parole salendo verso la cima del monte. Le perdite inflitte non contano. Solo che le locazioni esistenti in mappa sono 187, quindi per vincere occorre conquistare tutta la mappa, o quasi, e anche far uscire qualcosa. Per farlo ho a disposizione rinforzi che sia per l’Alleato che per il Tedesco sono determinati da un lancio di dadi ogni scenario, e anche le forze da acquistare hanno costi analoghi. Mi sono chiesto allora dove fosse il vantaggio dell’Alleato che lo portava a poter attaccare. E la risposta sta tutta in un modificatore del tiro di dado in questione, che sullo sviluppo dei 22 scenari su cui si articola la campagna, ha modificatori positivi e negativi per entrambi i contendenti, solo che il tedesco ha una somma algebrica tra modificatori positivi e negativi di +1 mentre per l’Alleato di -10. Tutto qui. Davvero non sembra molto, e soprattutto questo vantaggio ha una dimensione tutta affidata alla fortuna, e distribuito su tutta la durata della Campagna.

Quanto agli strumenti in gioco, quelli a disposizione dell’Inglese sono vari, ma tutti possono in qualche modo essere resi inoffensivi dal Tedesco. L’OBA, anche quando si tratta di quello che viene chiamato l’ Heavy Stonk, cioè da 150 mm, non è così devastante contro unità con morale 8 protette da edifici in pietra o, meglio ancora, da fortificati o trincee, quando non addirittura da caverne o tunnel, dove sono invulnerabili.

I Carri a disposizione sono Stuart, Sherman III e Priest. Strumenti efficaci ma non irresistibili di fronte agli StugIII, Pz IVH o agli ATG tedeschi, 50L o 75L. Per non parlare della possibilità di trovarsi di fronte dei Panther.

Anche l’appoggio aereo è vincolato da un +4 al Sighting TC per tutti gli obiettivi non veicolari; aggiungete che 13 scenari su 22 sono overcast, e capirete che l’impatto dell’appoggio aereo non sarà determinante. Anche la qualità delle truppe impiegate, che comprendono Neozelandesi, Maori, e Gurkha, pur essendo buona, ha comunque un morale base di 7, mentrè i Parà tedeschi hanno 8.

Per questo motivo la fanteria ha costi leggermente inferiori per gli alleati,  e c’è anche la possibilità di metterne molta in gioco. Insomma la strada è in salita, e non solo sulla mappa.

Nota positiva è che il tedesco può essere in attacco solo tre volte, mentre il Neo Zelandese sempre, senza limitazioni. Insomma tutto sembra dipingere una situazione in cui una tattica di prudente avvicinamento sembra essere l’unica a disposizione per l’Alleato. E infatti i 22 scenari a disposizione sembrano proprio indicare questa tendenza.

Due parole sulla mappa; prima di tutto ci si aspetterebbe di vedere il Monastero, e invece la parte riportata è l’abitato di Cassino, il fiume, la Casilina (quella che sulla mappa è indicata come Route Six) che gira intorno al Monte, e la parte del Monte direttamente a ridosso dell’abitato, in particolare Rocca Janula, con la sua Fortezza e le Torri Fortificate, ma il Monastero, o più esattamente le sue rovine, si trovano più in alto. Altra cosa è che la mappa è orientata non come ci si aspetterebbe, con la parte alta corrispondente al Nord, ma quasi alla rovescio, per la precisione il Nord corrisponde alla direzione 3 del segnalino del cecchino. Per questo nella descrizione dei combattimenti mi riferirò sempre a sinistra, destra, alto e basso intendendo la mappa vista dalla parte delle scritte.

 

Primo Scenario - 15 Marzo 1944 – Pomeriggio

Dalle considerazioni generali prima esposte mi è sembrato necessario, fin dal primo scenario, mettere in atto un approccio conservativo, quindi ho scelto di fare una entrata che mi consentisse di risparmiare brutte sorprese limitandomi a creare una testa di ponte nell’abitato, nella zona più coperta.

Ma anche nell’entrata i limiti che il Neo Zelandese deve seguire sono diversi. Prima di tutto l’ingresso delle truppe Alleate è programmato, nel senso che gli esagoni di ingresso devono essere pre-registrati dopo aver visto il set-up del tedesco, mentre il turno di entrata è determinato da un lancio di dado che si fa ad ogni Rally. Anche per queste limitazioni ho deciso di entrare nella parte in basso a destra, la zona dell’Asilo, accontentandomi di avanzare di pochi esa nei primi turni per poi vedere la situazione come si evolveva.

Sempre per questa impostazione di prudente ricognizione, avevo deciso di risparmiare l’OBA da 150 mm, che viene data all’Alleato come dotazione iniziale, pensando di utilizzarla dopo, quando avessi scoperto più cose dello schieramento tedesco, così ho comprato un modulo da 76 mm soprattutto per avere fumo di copertura. Si può avere un solo modulo di OBA attivo alla volta. Poi ai tre plotoni iniziali ho aggiunto un altro di Neo Zelandesi, uno di Genieri, e le HMG. Non ho acquistato altri carri accontentandomi dei 4 Sherman iniziali.

La mia avanzata graduale in zona coperta mi ha permesso di risparmiare abbastanza la fanteria, ma non i carri, con i quali non ho avuto analoga fortuna: un ATG 50L ottimamente piazzato ha condannato uno dei miei 4 Sherman (con un critico, oltretutto) e un altro è stato ridotto ad un secondo rottame in fiamme da un PF. Tuttavia mi sono reso conto che il tedesco aveva investito poco in fanteria, e si era dedicato a coprire un zona di entrata dove io francamente non mi sono nemmeno sognato di affacciarmi, perché troppo scoperta, verso la parte centrale e sinistra della zona di entrata alleata. Così dopo avere impiegato l’OBA e i carri rimasti per affumicare le sue MG piazzate in alto sulla Fortezza e sulle Torri fortificate, sono riuscito ad avanzare tra le case, scoprendo un altro ATG 50L e un leader con la radio, che a causa di una posizione infelice e troppi chit rossi non aveva potuto combinare nulla.

In questo modo sono potuto avanzare abbastanza al centro, fin quasi a ridosso del Massiccio, in quanto il velo di fanteria tedesca era davvero sottile, e solo la fine prematura dello scenario (al primo tiro, quinto turno, lo scenario finiva con uno o due, e il tedesco ha tirato 2) mi ha impedito di approfittare ancora della situazione. Comunque come potete vedere sono avanzato attorno al bastione dove sta la Fortezza, e mi sono spinto abbastanza nell’abitato, mentre a sinistra non sono arrivato nemmeno all’Ufficio Postale, figuriamoci il Municipio. Però l’Asilo è saldamente in mano mia ... Ma era solo il primo scenario...

Secondo scenario - 15 Marzo 1944 – Notte

La notte, in linea di massima, è favorevole a chi attacca, e così ho deciso di attaccare anche al secondo scenario, notturno. Soprattutto dopo essermi reso conto che il mio avversario aveva poca fanteria, e non sarebbe riuscito a coprire un eventuale sfondamento.

Quindi ho usato i (pochi) punti a disposizione per comprare due plotoni di fanteria e una coppia di mortai da 76 mm dotati anche di IR. Il primo plotone è entrato proprio sull’angolo, per eliminare la squadra tedesca rimasta tagliata fuori dall’avanzata neozelandese del primo scenario, e una volta risolta quella questione sono avanzati sul lato a sinistra, cosa possibile senza problemi grazie ad un colpo critico dell’OBA da 150 mm che aveva ridotto in rubble il Torrione della Fortezza, compreso il 10-2 e la HMG che vi erano ospitati.

Nel frattempo sempre l’OBA ripuliva la zona intorno alla Fortezza distruggendo due Semoventi 75/18 che erano a sua difesa. A sinistra riuscivo quindi ad arrivare fino a cima PT165, la famosa Casa Gialla, alle spalle della Fortezza, e a conquistare la Fortezza stessa. A destra, a ridosso del Massiccio, facevo discreti progressi, ampliando la  mia posizione fino all’Ufficio Postale, al Municipio e un poco oltre il Giardino Botanico, nella zona degli edifici pubblici, presumo un Mercato Coperto o simile, dato che sono edifici considerati fabbriche.

Ma la cosa importante è avere tolto al tedesco la Fortezza e le torri fortificate, dalla quale venivo bersagliato di continuo. Mi piace ricordare che anche nella realtà le cose andarono così, fu infatti durante un combattimento notturno che i Neo Zelandesi presero la Fortezza.

Terzo scenario - 16 Marzo 1944 – Mattina

Attacco anche questa volta, ma solo da un lato, sulla sinistra, dove le mie truppe riescono ad arrivare fino al penultimo livello del Massiccio, a pochi esa dalle posizioni di uscita per soddisfare le condizioni di vittoria. Risultato conseguito con gruppi di fuoco, AFV e soprattutto smoke. Al centro non risco a far fuori con il mio Sherman 76L la torretta corrazzata che domina la zona dal Massiccio, e anche il modulo di OBA da 76 mm comprato non riesce a trovare una occasione di utilizzo, tanto che ad un certo punto smetto di provarci, in modo da ritrovarmelo ancora disponibile, non essendo stato usato per altro che SR. In effetti, ho messo l’Offboard Observer in una posizione piuttosto infelice.

A sinistra, dove ho fatto entrare due plotoni di fanteria, mi limito a consolidare la mia posizione al di qua della Casilina, ma perdo tutte le posizioni al di là della stessa, quindi il Mercato Coperto. Ottimi si sono rivelati i due mortai da 76 mm, soprattutto per sparare fumo e affumicare quindi le sue posizioni di MG con leader -2. A proposito, io avevo un solo leader con modificatore negativo, un 8-1, e un cecchino me lo ha ferito. Tutti gli altri sono 8-0, 7-0 e 6+1...

Comunque sto delineando un piano di attacco che consiste nell’avanzare sul Massiccio, piuttosto che nella spianata, per poter poi attaccare la Vallata avendo il controllo delle posizioni più elevate, la maggior parte, se non tutte. Ho pensato che il contrario sarebbe stato più difficile, avanzare cioè ancora nell’abitato con il tedesco che ti bersaglia dal Massiccio stesso. In questo modo però mi espongo ad attacchi del tedesco alle spalle, perché la sua zona di entrata è, appunto, il Monte stesso. Ritengo tuttavia di riuscire a contenerlo abbastanza facilmente, dato che lui attacca all’aperto, predisponendo delle posizioni difensive ad hoc.

Quarto scenario - 16 marzo 1944 – Pomeriggio

Ai dadi durante la Refit mi è andata bene, nel senso che ho preso 40 punti contro i 30 del tedesco, e un 10-2 che è una vera mano santa, in ASL. Come piano mi prefiggo di consolidare la mia posizione attaccando la zona al centro, tra l’Hotel Continental e la Fortezza, per prendere le case ai piedi del versante e eliminare così quella specie di saliente nella linea del fronte.

L’andamento generale è all’inizio buono per me: la torretta corrazzata tedesca se ne va al primo turno, grazie allo Sherman 76L, e riesco a mettere tutti i fumi che mi servivano, ma poi le cose cominciano ad andare storte; il cecchino mi uccide prima l’unico leader 8-1 che avevo, e poi un altro leader 8-0, inoltre l’altro Sherman rimasto con il 75* inceppa il cannone e poi lo rompe definitivamente andando Recall, un paio di mortai si rompono e anche 2 HMG, fortunatamente poi aggiustate nella Rally.

Ma il vero problema si presenta quando il tedesco fa entrare le sue truppe; un plotone di 4-6-8 viene fermato dall’OBA proprio sulla cima del monte, due Stug 75/34 italiani vengono rapidamente eliminati, uno dallo Sherman 76L e l’altro da un piat, ma un secondo plotone di 4-6-8 entra dalla strada scavata in HH1. Qui nasce una piccola discussione; la zona di ingresso delle truppe tedesche arriva fino all’esagono precedente, cioè GG0, e le regole dicono che si può entrare un esagono a destra e uno a sinistra rispetto a quello designato come esagono di Jump Off, quindi secondo Sergio questo significa anche la strada. Sia pure con qualche perplessità accetto questo punto di vista. Fortunatamente Sergio è anche convinto che l’entrata delle truppe tedesche sia condizionata dal tiro di dado come per quelle Neozelandesi. Gli ho chiesto se era sicuro, e lui mi ha detto di sì, così non ho insistito. Ma non è vero, e le cose avrebbero potuto andare molto peggio se le sue unità fossero entrate al primo turno, invece che al quarto.

Le sue truppe, approfittando infatti della strada scavata, e del punto debole del mio schieramento, arrivano rapidamente alla zona delle case, a destra della Fortezza, e solo un plotone di Neozelandesi dirottato dalla sua zona di entrata riesce a fronteggiarli. Al centro, forte di una superiorità numerica evidente, riesco a mettere broken praticamente tutte le squadre, grazie soprattutto al fuoco di due coppie di HMG, che avendo mantenuto il ROF diverse volte sono riuscite in questo intento. In questo modo arrivo a eliminare diverse squadre che non potendo andare in rotta vengono eliminate o prese prigioniere. Scopro anche il tunnel che collega l’Hotel Continental all’Hotel Des Rosas, e essendoci anche in questa locazione solo squadre broken la sua conquista era solo problema di tempo.

Intanto nella zona in basso a destra sono riuscito a piazzare degli opportuni fumogeni con l’aiuto dei carri entrati in quella zona, e quindi posso spostare alcune squadre al di là della Casilina, ponendo le basi per la riconquista del Mercato Coperto. La situazione si sta facendo irrecuperabile per il tedesco, e non solo per il terreno perduto, ma soprattutto per le ingenti perdite subite con la fanteria, che lo avrebbero portato ad iniziare il successivo scenario, oltretutto notturno, con un rapporto di forze di circa 4 a 1. Comprensibile quindi l’abbandono del tedesco, a questo punto.